10/03/2005 - Corriere della Sera
Da Chiara ad Hesse, nasce il <<parco>> d'autore
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10/03/2005 - Corriere della Sera
Oasi letteraria per un turismo d'autore
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27/07/2005 - Mendisiotto
Rinasce quel piccolo mondo antico

06/08/2005 - Corriere di Como
Valsoda, viaggi sentimentali nel "Parco Fogazzaro"

14/08/2005 - Corriere di Como
Amarcord Fogazzaro sulle tracce di Ombretta

 

Piero Chiara

Piero Chiara fu, tra gli anni '60 e gli anni '70 del Novecento, un autentico fenomeno letterario. Studente svogliato e insofferente, impiegato in un lavoro, quello di cancelliere di pretura, che gli apparve sempre piatto e monotono, ma che costituì spesso la fonte di ispirazione per diverse sue opere, internato in Svizzera durante la guerra e poi finalmente scrittore a tempo pieno, Chiara riuscì a dedicare da autodidatta grande parte delle sue giornate alla lettura e alla scoperta di testi narrativi e filosofici che gli furono costante riferimento. In particolare fu attratto dalle opere del Boccaccio e del Casanova, a cui si ispirò per divenire egli stesso narratore, esordendo in età matura con il romanzo Il piatto piange.

Lo stile di Piero Chiara nasce tuttavia da quel grande filone realistico che si manifestò nel romanzo italiano alla fine dell'Ottocento, attraverso l'elaborazione di una letteratura di grande respiro, capace di offrire sia vasti affreschi narrativi, sia ritratti intimi di personaggi e ambienti per così dire "minori". In questo campo, in special modo, la mano dello scrittore luinese appare particolarmente felice.

I racconti dello scrittore, grande narratore e affabulatore, nascevano dalla curiosità intellettuale e dalla volontà di esplorare l'animo umano con occhi disincantati e impietosi, sia quando si trattava di raccontare vicende personali, sia quando fatti narrati sono accaduti ad altri, o attribuiti a personaggi di fantasia: si intuisce che lo scrittore li ha fatti propri e vissuti in prima persona, come in una sorta di laboratorio mentale che tutto accoglie, elabora, trasforma e restituisce sotto forma di narrazione.

La scelta di utilizzare come scenario per la maggior parte delle sue opere Luino e i dintorni gli consentì un'ampia autonomia nella costruzione di protagonisti, comprimari e comparse; Chiara inoltre, con sottile ironia, non seppe rinunciare al gusto di rendere in qualche modo sempre identificabili le fonti a cui attingeva per la creazione dei suoi personaggi.

Se la maggior parte dei lettori, lontani dai luoghi di ispirazione dell'autore, non può cogliere queste sfumature, molti luinesi invece ancora oggi ben sanno quanto la creatività di Chiara sia debitrice nei confronti di persone le cui vicende e caratteristiche, opportunamente modificate ma non rese completamente irriconoscibili, sono confluite nei romanzi e nei racconti dello scrittore.

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